ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIATA
Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Bisogna aspettare l'uscita della legge di Bilancio (uscirà prima di Natale) se hanno inserito qualche articolo per la soppressione della pensione privilegiata e causa di servizio.
Sopporta con coraggio i momenti negativi perché non saranno eterni (anonimo)
Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
===============Anche secondo il mio modesto punto di vista è, come l'hai descritto tu===========JESSICA1995 ha scritto:Ricordarsi del passato non fa mai male. Ricordo che tra la fine anni 70 e inizio anni 80 imperversava in Italia il fenomeno terroristico chiamato " Brigate Rosse", che non risparmiata nessuno dai Giudici, ai politici, vedi caso Moro, fino alle forze dell'ordine, si contano decine di morte tra le file. Ricordo che le forze dell'ordine in quel frangente era l'ossigeno per far sopravvivere la Democrazia e Lo Stato. Si aveva molto rispetto e considerazione. La voce di un Generale metteva paura e veniva tenuto in grandissima considerazione. Le forze dell'ordine avevano " carta bianca".
Oggi le cose si sono ribaltate qualsiasi cosa succeda va tutto bene per "loro". Fanno quello che vogliono penalizzando solo il ceto.medio e la truppa. I Vertici stanno benissimo.
Scusate ma è un mio sfogo. Non se ne può più di prese in giro.
Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
=================E' OK, avrai la P.P.===================JESSICA1995 ha scritto:Per Gino completamento della precedente richiesta, tab. A8 derivante da aggravio tabella B gia vagliata dal cdvcs di Roma. Buona giornata.
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Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Messaggio da JESSICA1995 »
Grazie e buon fine settimana.
Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Perché esisterebbe qualcuno cui sta a cuore i comparti?[/quote]
esiste? non esiste?...il monaco osserva il vuoto e ripete a se stesso l'antico proverbio zen: "si puo' trascinare il bue fino al corso d'acqua, ma se non sara' lui a bere, morira'"
esiste? non esiste?...il monaco osserva il vuoto e ripete a se stesso l'antico proverbio zen: "si puo' trascinare il bue fino al corso d'acqua, ma se non sara' lui a bere, morira'"
Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Buonasera come interpretare l articolo in cui dice che l eventuale nuova normativa non si applica a chi a gia il decreto di equo indenizzo e a chi ha presentato domanda di ppo?
A chi a ricevuto gia l equo indenizzo ed ancora in servizio gli spettera la ppo?
Dopo tanti anni di blocco stipendi, un riordino farlocco la cui vera intenzione era togliere i 6 scatti ai gradi non apicali ora la beffa , sarebbe meglio espatriare....
A chi a ricevuto gia l equo indenizzo ed ancora in servizio gli spettera la ppo?
Dopo tanti anni di blocco stipendi, un riordino farlocco la cui vera intenzione era togliere i 6 scatti ai gradi non apicali ora la beffa , sarebbe meglio espatriare....
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Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Messaggio da Airone1961 »
E tra non molto faranno i contratti del comparto sicurezza difesa soccorso tempo determinato di 5 anni per creare più lavoro così poi possono dire sono stati creati 1.000,000 di nuovi posti di lavori
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Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Messaggio da naturopata »
Cerchiamo di dare, per quanto possibile, un chiarimento. Il disegno di legge non potrà mai essere inserito per intero in un emendamento di una finanziaria, non supererebbe il via libera. Quindi cercheranno di somministrare il farmaco poco alla volta (sempre se passerà) e quindi un emendamento che trasferisce l'accertamento delle cause di servizio dalle CMO all'INAIL che poi, inevitabilmente porterà nel breve all'abolizione dell'E.I. e della P.P.O. per uniformare l'operato dell'INAIL come avviene per tutti gli altri infortuni sul lavoro. E' da dire che l'INAIL accerta malattie professionali e infortuni traumatici e quindi tante patologie, "generosamente" ancora saltuariamente concesse dal CVCS (così odiato), non esisteranno più (artrosi, gastrite, ulcera, etc.), per non contare la percentuale d'invalidità, per cui anche forme lievi di artrosi riscontrano ascrizioni all'8^ CTG che equivale al 30% dell'invalidità che si può solo sognare dall'INAIL.
Comunque bisognerà vedere se l'emendamento supererà il via libera.
Comunque bisognerà vedere se l'emendamento supererà il via libera.
Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
il fatto piu' significativo e' la loro menzogna nel dichiarare di voler migliorare la tutela dei militari mentre varano una reformatio in peius che e' non solo peggiorativa ma afflittiva, punitiva.
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Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Messaggio da naturopata »
COMUNICATO ON. SCANU
“Il comunicato della Ficiesse sull’emendamento presentato dalla Commissione uranio fornisce una lettura distorta dei fatti e della proposta di intervento legislativo per sostenere una istanza di riconoscimento del diritto di associazione sindacale, che, per quanto auspicabile, non può essere presentata come alternativa rispetto ad un intervento finalizzato al concreto miglioramento dei livelli di salute e di sicurezza dei militari, attualmente meno tutelati della generalità dei lavoratori italiani”, dichiara Gian Piero Scanu, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito.
“La Ficiesse è costretta ad ammettere che con la proposta di legge della Commissione le prestazioni garantite dall’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali si aggiungono alle speciali provvidenze oggi garantite ai militari e non le sostituiscono”.
“Per suffragare in qualche modo l’allarmismo nei confronti di una proposta che, se approvata, costituirebbe un passo decisivo verso il pieno riconoscimento dei diritti dei militari, Ficiesse dà una lettura capovolta della relazione programmatica 2018-2020 del CIV INAIL”, continua Scanu. “Il documento, con ogni evidenza, auspica un intervento legislativo allo scopo di rimuovere taluni ostacoli posti, per finalità di contenimento della spesa pubblica, dal D.Lgs. n. 38/2000, e consentire così ulteriori miglioramenti di tutela e non certo per consentire di ridurre la spesa dell’INAIL per prestazioni, come pretestuosamente affermato dalla Ficiesse”.
“La proposta di legge è stata responsabilmente presentata a conclusione di un lavoro pluriennale della Commissione di inchiesta, che ha audito tutte le componenti interessate, a cominciare dai militari vittime di eventi lesivi e dai loro familiari superstiti”.
“È incomprensibile che si voglia ostacolare l’oggettivo miglioramento della condizione dei militari”, conclude Scanu, “per subordinarlo al riconoscimento del diritto di associazione sindacale e poi raggiungere, forse, lo stesso risultato soltanto dopo un confronto con il costituendo sindacato”.
“Il comunicato della Ficiesse sull’emendamento presentato dalla Commissione uranio fornisce una lettura distorta dei fatti e della proposta di intervento legislativo per sostenere una istanza di riconoscimento del diritto di associazione sindacale, che, per quanto auspicabile, non può essere presentata come alternativa rispetto ad un intervento finalizzato al concreto miglioramento dei livelli di salute e di sicurezza dei militari, attualmente meno tutelati della generalità dei lavoratori italiani”, dichiara Gian Piero Scanu, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito.
“La Ficiesse è costretta ad ammettere che con la proposta di legge della Commissione le prestazioni garantite dall’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali si aggiungono alle speciali provvidenze oggi garantite ai militari e non le sostituiscono”.
“Per suffragare in qualche modo l’allarmismo nei confronti di una proposta che, se approvata, costituirebbe un passo decisivo verso il pieno riconoscimento dei diritti dei militari, Ficiesse dà una lettura capovolta della relazione programmatica 2018-2020 del CIV INAIL”, continua Scanu. “Il documento, con ogni evidenza, auspica un intervento legislativo allo scopo di rimuovere taluni ostacoli posti, per finalità di contenimento della spesa pubblica, dal D.Lgs. n. 38/2000, e consentire così ulteriori miglioramenti di tutela e non certo per consentire di ridurre la spesa dell’INAIL per prestazioni, come pretestuosamente affermato dalla Ficiesse”.
“La proposta di legge è stata responsabilmente presentata a conclusione di un lavoro pluriennale della Commissione di inchiesta, che ha audito tutte le componenti interessate, a cominciare dai militari vittime di eventi lesivi e dai loro familiari superstiti”.
“È incomprensibile che si voglia ostacolare l’oggettivo miglioramento della condizione dei militari”, conclude Scanu, “per subordinarlo al riconoscimento del diritto di associazione sindacale e poi raggiungere, forse, lo stesso risultato soltanto dopo un confronto con il costituendo sindacato”.
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Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Messaggio da JESSICA1995 »
Belle parole. Ma in concreto, in parole povere, in pratica che succede ?
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Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Messaggio da JESSICA1995 »
Lo immaginavo. Loro se cambiano qualcosa è solo per penalizzare il personale militare e sistemare qualche ente che sta a cuore non si sa perché. Misteri italiani.
Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
in pratica aboliscono cause di servizio ed equo indennizzo, assoggettando i militari ai controlli di medici che non sanno neppure cosa significa portare una divisa e non gliene puo' importare di meno
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Re: ADDIO ALLA CAUSA DI SERVIZIO E ALLA PENSIONE PRIVILEGIAT
Messaggio da naturopata »
Aggiornamento:
La proposta Scanu, relativa al passaggio della gestione delle cause di servizio dalla medicina militare all’Inail, magicamente, anche dopo il nostro intervento, è stata migliorata rispetto alla precedente versione. Per ora è salvo il diritto alla pensione privilegiata e all’equo indennizzo. Ma vediamo a che prezzo.
Procediamo con ordine. La proposta di legge (A.C. 3925), ora trasformata in emendamento alla legge di stabilità, in due anni di gestazione parlamentare e centinaia di audizioni in Commissione, non ha trovato il suo sbocco naturale (forse perché non era convincente?), e sebbene inquadri la materia in una sorta di doppio binario (CMO-INAIL) in realtà pone l’Inail in una condizione dominante.
E’ previsto, infatti, che:
•“A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, al personale delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco si applicano le disposizioni del testo unico per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 30 giungo 1965, n. 1124. L’assicurazione di detto personale è attuata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) con il sistema di gestione per conto dello stato di cui al decreto del Ministro del tesoro 10 ottobre 1985, pubblicato in gazzetta ufficiale n. 46 del 25 febbraio 1986….”;
•“l’assolvimento dell’obbligo di denuncia di infortunio sul lavoro o di malattia professionale di cui all’articolo 53 del D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, costituisce condizione di procedibilità della domanda di riconoscimento del diritto alla provvidenza dell’equo indennizzo. L’accertamento positivo sulla sussistenza del nesso di causalità tra l’attività lavorativa e l’infortunio sul lavoro o la malattia professionale, effettuato dall’Inail, è vincolante anche ai fini del riconoscimento della dipendenza da causa di servizio della medesima lesione o infermità”.
L’ultimo aggiornamento delle quote unitarie di spesa delle Amministrazioni statali interessate alla gestione per conto dello Stato presso l’INAIL è rilevabile dalla Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre 2016 n. 303 (riferite all’anno 2015) e prevede che: “Gli importi unitari delle spese generali di amministrazione, scaturenti dalla «gestione per conto dello Stato» gestita dall’INAIL, che le Amministrazioni statali interessate debbono rimborsare annualmente al predetto istituto, ai sensi dell’art. 2 del decreto ministeriale 10 ottobre 1985, sono stabiliti, per l’esercizio 2015, nella seguente misura:
•€ 1.278,01 per ogni infortunio denunciato, per spese generali di amministrazione, medico-legali ed integrative;
•€ 78,22 per ogni rendita in vigore, per spese generali di amministrazione delle rendite.”
Ogni causa si servizio, che stando all’emendamento deve necessariamente passare attraverso l’ente assicurativo, costerà circa 1300 euro alle Amministrazioni da cui dipendono i dipendenti infortunati!
Tali costi potrebbero ricadere, in via diretta, sui dipendenti del Comparto Sicurezza e Difesa, che in mancanza di fondi ad hoc (è difficile chiudere un misero contratto a 85 euro lordi!!), protrebbero subire una contrazione dell’accessorio (meno straordinario, meno indennità notturne, festive, presenze esterne, missioni, etc.), e in via indiretta, sui cittadini, sia per un aumento dei costi della spesa pubblica, sia perché con l'eventuale riduzione di fondi per remunerare poliziotti, carabinieri e finanzieri diminuirà la qualità e la quantità dell’offerta sicurezza.
Ciò premesso, la proposta di Scanu non è convincente perché:
1.non migliora (o elimina) l’attuale sistema medico legale militare (CMO-Comitato di verifica), pertanto resta in attività sia l’attuale gestione che i relativi costi;
2.fa lievitare i costi di gestione in modo spropositato a solo vantaggio dell’Inail e a svantaggio di dipendenti e cittadini;
3.non consente a poliziotti e ancor di più ai militari (che sono privi di rappresentatività sindacale e annessi diritti e poteri), di avere propri rappresentanti presso il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’Inail[1] e presso la Commissione ministeriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per la definizione delle tabelle delle malattie professionali;
4.non chiarisce su quale giudice (amministrativo o del lavoro) ricade la competenza su eventuali ricorsi.
Gentile Onorevole Scanu, nessuno mette in dubbio il lungo e pregevole lavoro svolto dalla Commissione Uranio, ma come si può, a dieci giorni dallo scioglimento delle Camere, inserire una materia così complessa e dalle ricadute così imprevedibili al probabile voto di fiducia sulla legge di stabilità? È responsabile collegare una questione di tale importanza per centinaia di migliaia di famiglie a un sì o a un no al governo Gentiloni? E farlo per di più quando tutti i parlamentari hanno inevitabilmente la testa e l'attenzione altrove?
Per quanto ci riguarda, nessuno vuole “subordinare - come Lei ha scritto - il miglioramento delle condizioni dei militari al riconoscimento del diritto di associazione sindacale per poi raggiungere, forse, lo stesso risultato soltanto dopo un confronto con il costituendo sindacato”, ma resta il fatto che il tempismo e il modo con cui si sta gestendo questa partita sono e restano incomprensibili.
Francesco Zavattolo
Segretario Generale Ficiesse
La proposta Scanu, relativa al passaggio della gestione delle cause di servizio dalla medicina militare all’Inail, magicamente, anche dopo il nostro intervento, è stata migliorata rispetto alla precedente versione. Per ora è salvo il diritto alla pensione privilegiata e all’equo indennizzo. Ma vediamo a che prezzo.
Procediamo con ordine. La proposta di legge (A.C. 3925), ora trasformata in emendamento alla legge di stabilità, in due anni di gestazione parlamentare e centinaia di audizioni in Commissione, non ha trovato il suo sbocco naturale (forse perché non era convincente?), e sebbene inquadri la materia in una sorta di doppio binario (CMO-INAIL) in realtà pone l’Inail in una condizione dominante.
E’ previsto, infatti, che:
•“A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, al personale delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco si applicano le disposizioni del testo unico per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 30 giungo 1965, n. 1124. L’assicurazione di detto personale è attuata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) con il sistema di gestione per conto dello stato di cui al decreto del Ministro del tesoro 10 ottobre 1985, pubblicato in gazzetta ufficiale n. 46 del 25 febbraio 1986….”;
•“l’assolvimento dell’obbligo di denuncia di infortunio sul lavoro o di malattia professionale di cui all’articolo 53 del D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, costituisce condizione di procedibilità della domanda di riconoscimento del diritto alla provvidenza dell’equo indennizzo. L’accertamento positivo sulla sussistenza del nesso di causalità tra l’attività lavorativa e l’infortunio sul lavoro o la malattia professionale, effettuato dall’Inail, è vincolante anche ai fini del riconoscimento della dipendenza da causa di servizio della medesima lesione o infermità”.
L’ultimo aggiornamento delle quote unitarie di spesa delle Amministrazioni statali interessate alla gestione per conto dello Stato presso l’INAIL è rilevabile dalla Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre 2016 n. 303 (riferite all’anno 2015) e prevede che: “Gli importi unitari delle spese generali di amministrazione, scaturenti dalla «gestione per conto dello Stato» gestita dall’INAIL, che le Amministrazioni statali interessate debbono rimborsare annualmente al predetto istituto, ai sensi dell’art. 2 del decreto ministeriale 10 ottobre 1985, sono stabiliti, per l’esercizio 2015, nella seguente misura:
•€ 1.278,01 per ogni infortunio denunciato, per spese generali di amministrazione, medico-legali ed integrative;
•€ 78,22 per ogni rendita in vigore, per spese generali di amministrazione delle rendite.”
Ogni causa si servizio, che stando all’emendamento deve necessariamente passare attraverso l’ente assicurativo, costerà circa 1300 euro alle Amministrazioni da cui dipendono i dipendenti infortunati!
Tali costi potrebbero ricadere, in via diretta, sui dipendenti del Comparto Sicurezza e Difesa, che in mancanza di fondi ad hoc (è difficile chiudere un misero contratto a 85 euro lordi!!), protrebbero subire una contrazione dell’accessorio (meno straordinario, meno indennità notturne, festive, presenze esterne, missioni, etc.), e in via indiretta, sui cittadini, sia per un aumento dei costi della spesa pubblica, sia perché con l'eventuale riduzione di fondi per remunerare poliziotti, carabinieri e finanzieri diminuirà la qualità e la quantità dell’offerta sicurezza.
Ciò premesso, la proposta di Scanu non è convincente perché:
1.non migliora (o elimina) l’attuale sistema medico legale militare (CMO-Comitato di verifica), pertanto resta in attività sia l’attuale gestione che i relativi costi;
2.fa lievitare i costi di gestione in modo spropositato a solo vantaggio dell’Inail e a svantaggio di dipendenti e cittadini;
3.non consente a poliziotti e ancor di più ai militari (che sono privi di rappresentatività sindacale e annessi diritti e poteri), di avere propri rappresentanti presso il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’Inail[1] e presso la Commissione ministeriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per la definizione delle tabelle delle malattie professionali;
4.non chiarisce su quale giudice (amministrativo o del lavoro) ricade la competenza su eventuali ricorsi.
Gentile Onorevole Scanu, nessuno mette in dubbio il lungo e pregevole lavoro svolto dalla Commissione Uranio, ma come si può, a dieci giorni dallo scioglimento delle Camere, inserire una materia così complessa e dalle ricadute così imprevedibili al probabile voto di fiducia sulla legge di stabilità? È responsabile collegare una questione di tale importanza per centinaia di migliaia di famiglie a un sì o a un no al governo Gentiloni? E farlo per di più quando tutti i parlamentari hanno inevitabilmente la testa e l'attenzione altrove?
Per quanto ci riguarda, nessuno vuole “subordinare - come Lei ha scritto - il miglioramento delle condizioni dei militari al riconoscimento del diritto di associazione sindacale per poi raggiungere, forse, lo stesso risultato soltanto dopo un confronto con il costituendo sindacato”, ma resta il fatto che il tempismo e il modo con cui si sta gestendo questa partita sono e restano incomprensibili.
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