pensioni future da fame

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warcraft3

pensioni future da fame

Messaggio da warcraft3 »

Buonasera a tutti i colleghi del forum...da quello che ho sentito dire vorrei gentilmente sapere se e' vero o meno che le nostre future pensioni lavorative saranno proprio da fame grazie ai nostri belli legislatori, che tra cambio da retributivo a contributivo,coefficienti,paletti e penalizzazioni varie...ci deve dire davvero bene se andremo a prendere mediamente al massimo il 55 % dell'ultima busta paga...un esempio lampante se un collega Assistente Capo andasse in pensione oggi dopo 40 anni di servizio ed avere espletato normale servizio d'istituto senza detrazioni familiari, con il regime contributivo e tutte queste normative estremamente penalizzanti future andrebbe a prendere mediamente scarsi 950 euro.
Ora ancora non se ne sente parlare tanto, poiche' stanno andando in pensione ancora per qualche altro anno i colleghi con le vecchie regole quelle piu' favorevoli...ma tra qualche anno se ne sentirà parlare sicuramente.

Ringrazio tutti i colleghi che vorranno intervenire ,salutandoli augurando buone feste.


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STANCHISSIMO
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Re: pensioni future da fame

Messaggio da STANCHISSIMO »

Non farla troppo tragica, ti faccio presente che male che vada sara' il 65% ma tieni conto che in 10 o 15 anni il tuo stipendio sara' maggiore, e forse ci sara la pensione di tua moglie.
gino59
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Re: pensioni future da fame

Messaggio da gino59 »

warcraft3 ha scritto:Buonasera a tutti i colleghi del forum...da quello che ho sentito dire vorrei gentilmente sapere se e' vero o meno che le nostre future pensioni lavorative saranno proprio da fame grazie ai nostri belli legislatori, che tra cambio da retributivo a contributivo,coefficienti,paletti e penalizzazioni varie...ci deve dire davvero bene se andremo a prendere mediamente al massimo il 55 % dell'ultima busta paga...un esempio lampante se un collega Assistente Capo andasse in pensione oggi dopo 40 anni di servizio ed avere espletato normale servizio d'istituto senza detrazioni familiari, con il regime contributivo e tutte queste normative estremamente penalizzanti future andrebbe a prendere mediamente scarsi 950 euro.
Ora ancora non se ne sente parlare tanto, poiche' stanno andando in pensione ancora per qualche altro anno i colleghi con le vecchie regole quelle piu' favorevoli...ma tra qualche anno se ne sentirà parlare sicuramente.

Ringrazio tutti i colleghi che vorranno intervenire ,salutandoli augurando buone feste.

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P.S. Questo è uno dei miei tanti post in merito al tuo dubbio/quesito.-



Re: Calcolo pensione
Messaggioda gino59 » ven lug 01, 2011 11:43 am

Faber63 ha scritto:
Ciao Gino! no, perchè devo prendermela a male, anzi grazie anche a te per le indicazioni fornitemi. Comunque preciso che il periodo indicato da me nei primi mesi del 2012 è relativo alla previsione dell'inizio di percepimento della pensione, quando potrò dare la cifra ormai certa; la riforma avverrà (sempre se tutto va bene. io faccio sempre gli scongiuri..... :wink:) a metà mese di settembre p.v. Grazie ancora, saluti!



.....Ti ho dato quelle cifre perche' (per il tratt.misto) dal 01.01.2010 e sino al 31.12.2012 oltre alle evidenti
penalizzazioni, si va' a perdere dal 3,50% al 7,50% cosi' scaglionate:

Chi e' stato posto in riforma ai primi 4 mesi del 2010, ha perso il 3,50% per i successivi 4 mesi
il 4% e' cosi' proseguendo.- ad esempio: chi viene riformato in questo periodo e' il 5;50% sino al 31.08.2011,
per i successivi 4 mesi e cioe' sino al 31.12.2011 il 6% e cosi via sino al 31.12.2012, ma dal 01.01.2013.?
Salutoni
gino59
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Re: pensioni future da fame

Messaggio da gino59 »

gino59 ha scritto:
warcraft3 ha scritto:Buonasera a tutti i colleghi del forum...da quello che ho sentito dire vorrei gentilmente sapere se e' vero o meno che le nostre future pensioni lavorative saranno proprio da fame grazie ai nostri belli legislatori, che tra cambio da retributivo a contributivo,coefficienti,paletti e penalizzazioni varie...ci deve dire davvero bene se andremo a prendere mediamente al massimo il 55 % dell'ultima busta paga...un esempio lampante se un collega Assistente Capo andasse in pensione oggi dopo 40 anni di servizio ed avere espletato normale servizio d'istituto senza detrazioni familiari, con il regime contributivo e tutte queste normative estremamente penalizzanti future andrebbe a prendere mediamente scarsi 950 euro.
Ora ancora non se ne sente parlare tanto, poiche' stanno andando in pensione ancora per qualche altro anno i colleghi con le vecchie regole quelle piu' favorevoli...ma tra qualche anno se ne sentirà parlare sicuramente.

Ringrazio tutti i colleghi che vorranno intervenire ,salutandoli augurando buone feste.

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P.S. Questo è uno dei miei tanti post in merito al tuo dubbio/quesito.-



Re: Calcolo pensione
Messaggioda gino59 » ven lug 01, 2011 11:43 am

Faber63 ha scritto:
Ciao Gino! no, perchè devo prendermela a male, anzi grazie anche a te per le indicazioni fornitemi. Comunque preciso che il periodo indicato da me nei primi mesi del 2012 è relativo alla previsione dell'inizio di percepimento della pensione, quando potrò dare la cifra ormai certa; la riforma avverrà (sempre se tutto va bene. io faccio sempre gli scongiuri..... :wink:) a metà mese di settembre p.v. Grazie ancora, saluti!



.....Ti ho dato quelle cifre perche' (per il tratt.misto) dal 01.01.2010 e sino al 31.12.2012 oltre alle evidenti
penalizzazioni, si va' a perdere dal 3,50% al 7,50% cosi' scaglionate:

Chi e' stato posto in riforma ai primi 4 mesi del 2010, ha perso il 3,50% per i successivi 4 mesi
il 4% e' cosi' proseguendo.- ad esempio: chi viene riformato in questo periodo e' il 5;50% sino al 31.08.2011,
per i successivi 4 mesi e cioe' sino al 31.12.2011 il 6% e cosi via sino al 31.12.2012, ma dal 01.01.2013.?
Salutoni
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IL POTERE D'ACQUISTO, QUESTO DILEMMA..!!!!
Messaggioda gino59 » dom dic 23, 2012 11:38 am

L'asticella dal primo gennaio prossimo si alza ulteriormente. E per recuperare questo ulteriore gap è necessario mettere mano al proprio piano pensionistico. Per chi si avvia ad andare in pensione a 65anni il nuovo balzello impone un incremento del risparmio previdenziale di circa 320 euro. Ma se giustamente ci si pone l'obiettivo di costruire una pensione dignitosa – ottenendo una rendita pari a quella che percepiva chi smetteva di lavorare nel 1995 – bisognerà innalzare la contribuzione previdenziale a 1.588 euro l'anno.

La rendita e la vita
Dal 2013 l'età per raggiungere l'agognata pensione sarà calcolata in base alle aspettative di vita, secondo quanto previsto dalla riforma Monti-Fornero. Non solo: anche l'ammontare viene adeguato alla speranza di vita attesa. Ciò comporta una periodica revisione dei coefficienti di trasformazione. Cosa sono? Sono i valori con cui si convertono in rendita i contributi accumulati e rivalutati nel tempo. Se si riducono, calano le stime delle rendite future,solo pochi decimi di punto percentuale; abbastanza però per incidere in misura differente a seconda dell'età del pensionamento: per chi andrà in pensione a 65 anni il coefficiente passa dal 5,62% al 5,44%, il che si traduce in una prestazione ridotta del 3,2%; ma che sale per chi lascerà il lavoro a 70 anni del 4,41%. Es. Prendiamo il caso di un impiegato che accumuli un montante di 250mila euro, frutto di 40 anni di contributi (33% di prelievo su un reddito medio di 20mila euro). Per chi andrà in pensione a 65 anni l'assegno cala di 450 ero da 14.050 a 13.600; per chi si ritira a 70 anni cala di 750 da 17mila a 16.250 euro. Ma la differenza è decisamente maggiore se si considera la differenza con le prestazioni calcolate in occasione della riforma Dini, nel 1995: il taglio è di 1.740 euro l'anno, pari all'11,34% per chi va in pensione a 65 anni.
Per recuperare questi gap serve risparmiare di più, sicuramente meglio. Facciamo due conti: se si vuole superare l'asticella che dal primo gennaio prossimo viene posta più su del 3,2%, ad esempio, è necessario che un 40enne di oggi aumenti la propria contribuzione al proprio fondo pensione di 316 euro l'anno in caso di pensionamento a 65 anni e di 320 in caso di pensionamento a 70 anni. L'intervento è molto più impegnativo se l'obiettivo è di costruire una pensione dignitosa, puntando a una rendita più vicina all'ultimo reddito. Il 40enne destinato al pensionamento a 65 anni dovrà versare in un fondo pensione il proprio Tfr oltre a un contributo volontario (che si porta dietro quello datoriale) pari a circa il 9% dello stipendio, destinandolo a un comparto bilanciato (70% obbligazionario, 30% azionario). In tutto circa 1.700 euro, che scendono a 1.588 se il pensionamento arriva al 67esimo anno e a 1.532 euro l'anno nel caso si lavori fino a 70 anni. I coefficienti si applicano sull'intero montante a scadenza, avendo effetto retroattivo. Ciò porta a peggiorare progressivamente le prestazioni nell'arco dell'intera vita lavorativa.
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