RESPONSABILITA' GENITORIALE

Diritto Militare e per le Forze di Polizia
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antoniomaggiolino
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RESPONSABILITA' GENITORIALE

Messaggio da antoniomaggiolino »

MAGGIOLINO ANTONINO
Via Calogero Zucchetto, 3
90121 – PALERMO
Tel.3386249072-3207646308
e-mail: antoninomaggiolino@libero.it


Egregio Avvocato,
con la presente mi rivolgo a Lei per sottoporre alla Sua attenzione la difficile e deleteria situazione familiare e personale oramai incresciosa e alquanto coscienziosa che penalizza e rattrista da tempo me e soprattutto mia figlia di appena quasi quattro anni.
Sono un militare appartenente al Corpo della Guardia di Finanza e svolgo il mio servizio presso la 2^ Compagnia di Ravenna e oltre ad essere un militare sono un uomo, un cittadino. Mia moglie è impiegata presso una Clinica Sanitaria “privata” come Tecnico di Radiologia. La sede della convivenza, nei periodi nei quali non sono in sevizio è un appartamento acquistato con mutuo ipotecario e con congiunti sforzi economici in una posizione strategica, in quanto vicino l’abitazione dei miei suoceri in Palermo.
Alla luce di tali fatti l’istante ha l’esigenza di determinare una propria “responsabilità genitoriale” intesa come diritto-dovere di educazione e cura di mia figlia ed il provvedere al suo sviluppo, che di regola è dovuto da entrambi i genitori ed arricchita di contenuti variabili caso per caso in funzione del regime di vita pregresso e dalla disponibilità di ciascuno nel proprio regime. In altre parole è innegabile che mia figlia, in generale, abbia il diritto di ricevere da ciascuno dei genitori, indistintamente e non i maniera saltuaria, tutto ciò che questi possono dargli.
In realtà la situazione con un genitore del quotidiano (la mamma) e uno delle vacanze,, dal punto di vista psicologico non può che essere un danno per lo sviluppo di mia figlia, considerata la tenera età. Proprio in questi giorni dovremmo sottoporre nostra figlia, e me ne duole il cuore, ad una visita sia neuropsichiatria sia logopedistica , poiché ha iniziato da un mese circa a balbettare - mancanza di affetto, come già preventivamente sostengono psicopedagogi. (Lascio intendere, Avvocato, il mio stato d’animo).
Il corollario a tale considerazione è costituito dal rischio, affermato inequivocabilmente dai migliori luminari di psicopedagogia , dello sviluppo del bambino di rifiuto, del tutto innaturale, nei confronti del genitore non quotidianamente presente all’interno del nucleo familiare, nel caso specifico anche un danno permanente alla mia persona.
La bambina introietta tutto e – anche se l’età è quella dell’infanzia – assorbe ed elabora in base alle sue categorie concettuali quello che sta avvenendo. Essere assenti dalla famiglia, equivale in pratica ad essere assenti dalla società, perché la famiglia è la colonna della società. La mia direzione si chiama famiglia, si chiama mia figlia. Tutelare il preminente interesse morale e materiale della prole garantendo loro il mantenimento di un rapporto diretto ed affettivo con il genitore delle vacanze, indispensabile per il corretto ed equilibrio sviluppo psico-fisico riducendo il rischio di danni derivanti dalla crisi familiare.
Sono qui apposta a chiederLe che gradirei una famiglia sana ed equilibrata, dove nessun genitore venga escluso e dove i figli ricevono i diversi ed altrettanto indispensabili insegnamenti che il padre e la madre devono dare.
Le considerazioni sopra esposte, per quanto molto sentite dall’istante e da mia moglie nonché inconsciamente e consciamente dalla mia piccola , sono state comunque poste in debito confronto con le esigenze di servizio che l’Amministrazione definisce.
In tale contesto, si premette che mia moglie, in quanto dipendente di una struttura sanitaria privata, come già precedentemente espresso, non può avvalersi di mobilità relativa alla mobilità tra enti pubblici. Appare ovvio specificare che la cessazione di entrate stipendiali di uno dei genitori in qualsiasi realtà geografica, con il gravame di un mutuo ipotecario per l’abitazione, ai nostri giorni sarebbe assolutamente deteriore per l’intero nucleo familiare, nonché assolutamente ingiusto se imposto dalle esigenze lavorative di uno dei membri della famiglia, ovvero lo scrivente.
In altri termini, si sottolinea che la condizione di disagio connessa alla lontananza è una scelta necessitata dalla decorosa e dignitosa sopravvivenza del nucleo familiare sulla base delle entrate stipendiali di entrambi ed a fronte delle spese di mutuo per l’abitazione; d’altronde risulta estremamente difficile individuare in Ravenna soluzioni alternative, attesa, da un lato, l’indisponibilità di un analogo posto di lavoro (specializzato e foriero – anche – di prospettive professionali per mia moglie), in quanto dipendente privata, a ciò corrisponderebbe la cessazione di un cespite fondamentale per il nucleo familiare; a ciò si aggiunge che il costo di un affitto per una decorosa sistemazione abitativa in Ravenna sarebbe, indubbiamente, superiore a quello attuale del mutuo contratto per l’abitazione palermitana del mio nucleo familiare.
Sebbene convinto che la sede di servizio determini solamente una mera modalità dello stesso, appare inoppugnabile che la sede geografica del nucleo familiare sia assolutamente diversa tra le città di Ravenna e Palermo per evidenti condizioni economiche del nucleo familiare in assenza di un cespite da lavoro dipendente.
Per quanto sopra, si ritiene evidente che la condizione di disagio espressa non sia assolutamente determinata da una “autonoma” decisione mia e di mia moglie, bensì da evidenti situazioni lavorative ed economiche che impongono la permanenza del proprio nucleo familiare a Palermo e, di converso, l’assenza di soluzioni alternative all’attuale status economico del nucleo familiare a Ravenna. In ogni caso, così come sopra attestato, l’esigenza del ricongiungimento del nucleo familiare sia soprattutto necessitata dalla crescita, per quanto possibile migliore, di mia figlia.
Ritengo, inoltre, che proprio la non configurabilità della situazione personale e familiare prospettata e menzionata nella fattispecie sia determinata a configurare una “situazione straordinaria” in locum et ius, così come richiesto dall’Amministrazione.
Per quanto sopra esposto a fronte di questa situazione oggettiva e dell’urgenza di una Sua azione Le chiedo, pertanto, ove lo riterrà opportuno di farsi promotore nei modi che vorrà considerare più adeguati per porre fine a questo scempio affinché possa ottenere un avvicinamento a Palermo o nella Provincia considerato che bisognerebbe aiutare chi vuole una famiglia e, nessuno, a partire dalle istituzioni può sottrarsi dal fare la propria parte in favore “della missione essenziale, qual è sancita dalla Costituzione, di mantenere, istruire ed educare i figli”.
Concludo speranzoso e certo della Sua considerazione, porgendoLe Cordiali Saluti


Ravenna, lì 13.08.2009


IN OSSEQUIO

Antonio Maggiolino


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Avv. Giorgio Carta
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Re: RESPONSABILITA' GENITORIALE

Messaggio da Avv. Giorgio Carta »

Egregio signor Maggiolino,

La prego di scusarmi se solo ora riesco a rispondere alla Sua struggente, appassionata e bellissima mail (così bella che Le chiederei di poterla pubblicare tra le lettere al Grnet, eventualmente in forma anonima).

E' evidente che già Lei già conosce la possibile risposta di un avvocato al Suo problema: si può fare poco o niente se non sollecitare e stimolare la coscienza dei superiori, tramite una richiesta motivata di trasferimento.
Le dico questo mentre penso, me lo consenta, anche allo speculare problema della scala gerarchica a far "quadrare i conti" tra mille e più domande incrociate di trasferimento, più o meno correlate a situazioni familiari ed emotive che Lei ha impareggiabilmente descritto.

Ciò premesso, Lei tocca un problema che è tipico di ogni lavoro pubblico e di quello miliare, in particolare (e non per questo merita meno rispetto, anzi), e che forse bisognerebbe affrontare con più serietà ed impegno da parte delle istituzioni. Ma come?

Le confesso (e me ne dolgo) che non mi viene in mente nessuna idea costruttiva, se non - forse - quella di istituire una sorta di banca dati che possa racchiudere le innumerevoli esigenze incrociate di migliaia di militari e di dipendenti pubblici che si trovino nella Sua situazione di divaricamento tra sede di servizio e sede familiare.

Non conosco i requisiti della fattibilità tecnica di un tale sistema, ma voglio parlarne con il Direttore di questo sito (anche lui un ex militare, che ha trascorso mesi e mesi lontano dai suoi cari).
Penserei, per esempio, ad un sistema in cui inserire i propri ruoli, la dislocazione della propria sede di servizio e quella familiare, la condizione abitativa e il lavoro della coniuge o compagna.

Si potrebbe così scoprire che c'è un militare che fa servizio a Palermo e la cui compagna lavora è a casa a Ravenna. Chissà, magari è un'idea irrealizzabile o velleitaria, ma potrebbe funzionare e consentirebbe, magari, i scambiarsi ruoli o sedi di servizio, previo assenso dell'Amministrazione.

Sarei ugualmente felice se qualcuno, leggendo la Sua mail,magari ci segnalasse la possibilità di venirle incontro o di essere dispnibile ad aiutarla con la giusta segnalazione di un posto utile a Sua moglie. Il problema generale, però, resterebbe.

Certo, se lo Stato si occupasse direttamente di queste problematiche sarebbe ancora meglio, ma voglio provare a sondare la fattibilità tecnica di questa idea.

In attesa di un Suo riscontro ed un Suo aggiornamento sulla situazione familiare che ci ha desritto, La saluto caramente Le formulo i più sinceri auguri.

Giorgio Carta
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