GLI ENCOMI DELLE FIAMME GIALLE.....

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iosonoquì
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GLI ENCOMI DELLE FIAMME GIALLE.....

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Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15576
presentata da
MAURIZIO TURCO
lunedì 2 aprile 2012, seduta n.615

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

sul quotidiano Italia Oggi del 30 marzo 2012, è pubblicato un articolo a firma di Stefano Sansonetti dal titolo «Fiamme Gialle a tutto encomio» in cui si legge «Encomi per tutti i gusti, si potrebbe dire. Per esempio per come si è svolto l'incarico di speaker in una parata militare. Oppure per come si è coordinata una regia televisiva che ha garantito risalto all'insediamento del nuovo Comandante generale. O ancora per come si è condotto l'automezzo deputato al trasporto delle cariche istituzionali. Il Comandante generale della Guardia di finanza, Nino Di Paolo, non ha certo lesinato in fantasia nell'attribuire, qualche mese fa, una ventina di encomi solenni a altrettanti ufficiali e uomini del corpo. Riconoscimenti tutti più o meno collegati al 237o compleanno delle Fiamme Gialle, tenutosi l'anno scorso e inserito a sua volta nel contesto dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'encomio non è soltanto un atto formale. Contribuisce, infatti, alla progressione di carriera di chi lo riceve, incidendo sul suo «punteggio». Insomma, si tratta di un riconoscimento che ci si aspetterebbe di veder assegnato a ufficiali che si sono distinti in operazioni di peso, per esempio quelle contro la criminalità o l'evasione fiscale. E invece, nel documento di cui ItaliaOggi è in possesso. Di Paolo, come dire, ha allargato un po' il perimetro. Un encomio solenne, per esempio, è stato assegnato al generale di brigata Carmine Lopez per come ha saputo riscuotere «l'incondizionata ammirazione delle autorità e della gente in occasione della cerimonia militare del 237o annuale di fondazione del corpo, inserita nel contesto delle celebrazioni ufficiali del 150o anniversario dell'Unità d'Italia, nella quale, alla testa della brigata di formazione, evidenziava perizia e impeccabile marzialità». Laddove per marzialità, a quanto pare, deve intendersi la solennità (del passo, dell'aspetto). Il linguaggio, del resto, è sempre magniloquente e ampolloso. Si prenda il caso del capitano Daniele Tino, encomiato perché, «interpretando con intelligenza le direttive ricevute, svolgeva con elevatissima perizia e professionalità l'incarico di speaker ufficiale della parata militare in occasione della cerimonia celebrativa del 237o annuale di fondazione del corpo». O si consideri la fattispecie del maggiore Piergiuseppe Cananzi, il quale, «sostenuto da eccezionale senso di responsabilità e straordinarie qualità relazionali, ha personalmente se- guito e coordinato la regia televisiva della Rai al fine di assicurare, sapendone cogliere e risaltare i momenti fondamentali, massimo risalto e pregio all'evento legato all'insediamento del nuovo Comandante generale». Al maresciallo aiutante Vitaliano Roberto, invece, il riconoscimento è andato perché, «quale conduttore dell'automezzo adibito al trasporto del Capo dello Stato e delle massime cariche istituzionali presenti, dimostrando eccezionale perizia e capacità di autocontrollo, eseguiva con assoluta perfezione i delicati compiti a lui assegnati in occasione della cerimonia militare». E così via, fino a superare i 20 encomi. I quali, come si vede, sono stati assegnati per i motivi più fantasiosi»;

l'encomio solenne è generalmente attribuito per meriti eccezionali. Si pensi, ad esempio, alle azioni di contrasto all'evasione fiscale o alla lotta alla criminalità organizzata che gli uomini e donne del Corpo della guardia di finanza svolgono con successo ogni giorno offrendo in tal modo un importante servizio allo Stato e al prestigio del Corpo;

la concessione di così importanti riconoscimenti per motivi che appaiono agli interroganti discutibili e banali, come quelli narrati nell'articolo citato, sotto il profilo dell'operatività e dei compiti istituzionali svolti, sminuisce il valore e la natura premiale dell'atto e lo rende sicuramente insignificante rispetto alla spesso silenziosa e certamente più importante opera dell'ultimo militare arruolato nel Corpo -:

se i fatti esposti nell'articolo in premessa corrispondano al vero e in tale caso se non ritenga di dover revocare gli encomi in tal modo tributati al fine di non sminuire l'opera e l'impegno di coloro ai quali analoghi atti sono stati tributati per aver svolto con successo, anche con il rischio della vita, importanti azioni di contrasto alla criminalità e all'evasione fiscale.(4-15576)


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